Topo Athletic Magnifly 2, la recensione
Le scarpe da corsa mi appassionano, soprattutto quando escono dagli schemi come la Topo Athletic Magnifly 2.
Topo Athletic è un’azienda relativamente nuova che nasce però dall’esperienza decennale del suo fondatore Tony Post, maratoneta e atleta da giovane, prima marketing manager di Rockport e poi presidente di Vibra USA.
Il concetto che sta alla base delle scarpe da running Topo Athletic è quello di avere una forma della soletta che si adegui alla forma naturale della pianta del piede umane, è cioè più larga in punta.
La larghezza in punta permette una più efficace rullata del piede.
Inoltre, i drop bassi (o nel caso della Magnifly 0 mm come vedremo), permettono una corsa più naturale.
Le tecnologie di intersuola e tomaia sono tutte volte ad assicurare il concept più importante: la leggerezza.
Fatta questa premessa, passiamo al test delle scarpe.
Topo Athletic Magnifly 2
La Magnifly è la scarpa del catalogo Topo Athletic che assicura massima ammortizzazione mantenendo un drop 0mm.
Guardiamole.
La scarpa a prenderla in mano risulta particolarmente leggera.
Immediatamente visibile la particolare forma a trapezio della punta.
L’intersuola è sottile (25mm), ma non sembra la tipica suola delle scarpe natural. Non è, cioè, minimal. E’ una suola presente, morbida, leggera, ma c’è e si vede.
La tomaia è molto compatta, altro dettaglio distonico rispetto alle scarpe natural sul mercato: i rinforzi in gomma sulla punta e sui lati sono morbidi, ma sostenuti. La mesh, sicuramente traspirante, non è una di quelle mesh a cui oramai siamo abituati nelle ultra leggere.
Diciamo che a vedersi, se non sapessi che è una scarpa a drop 0 progettata per una corsa naturale, la considererei una normale scarpa molto ammortizzata e super confortevole.
Guardandola di profilo è immediatamente percepibile il Toe Rocker, una tecnologia Topo Athletic che conferisce una più lunga curvatura dell’avampiede. “Sbanana“, in gergo non troppo tecnico, ma comprensibile. Questo aiuta la rullata completa.
Infiliamole.
Sono comode.
Indubbiamente sono comode.
L’avampiede largo mi permette di muovere bene le dita, tutte, anche il mignolino.
Le sento leggermente larghe, non abituata a questa forma. Mi dicono che vanno portate così proprio per far muovere le dita.
Camminandoci in casa la suola risulta subito molto gommosa.
L’intersuola completamente in EVA ha una grande elasticità, un “effetto rebound”, mentre la suola, più rigida, gracida come una rana sul parquet di casa.
L’obiettivo di una intersuola così elastica, abbinata ad una suola con così tanta trazione credo sia sempre quello di migliorare la rullata, agevolando la spinta del piede.
Il drop 0 si sente.
Io sono un’amante dei drop bassi, ma oggettivamente bisogna essere abituati a questa sensazione: il tallone sembra a terra, cosa che mi costringe sempre a spostare il peso in punta, anche camminando. Positivo? Dipende. Di sicuro bisogna abituarsi gradualmente.
Corriamoci.
La sensazione iniziale è la tipica sensazione del drop 0: usare bene l’avampiede è fondamentale. La rullata, però, è agevolata dalla forma della scarpa, dal “Toe Rocker”, quindi non è troppo faticoso spingere in avanti.
La sensazione più bella è la libertà delle dita. E’ una sensazione del tutto nuova, cambia proprio la forma della punta. Di per sè pare anche brutta, così, la scarpa, ma è la prima volta che riesco a muovere le dita così e in fase finale di spinta si sente.
Faccio una premessa: come tutte le innovazioni tecnologiche, questa conformazione della scarpa funziona SE E SOLO SE SPINGETE BENE. Se la vostra tecnica di corsa non è delle migliori, avere un paio di scarpe con drop 0 e una forma che aiuta la rullata non servirà a nulla, anzi, potrebbe essere deleterio.
Alle volte, leggendo i blog, ci si fissa su scarpe dalle caratteristiche estremamente particolari pensando che possano favorire la corsa. Vero, ma se alla base c’è un giusto approccio alla tecnica di corsa.
Attenzione quindi a drop 0, estrema leggerezza, Toe Rocker e pianta larga se non avete esercitato prima correttamente i muscoli del piede.
Il drop 0 fa lavorare tutta la catena posteriore di gambe e schiena, stende i tendini e sollecita bicipiti e glutei. Tutte caratteristiche fantastiche se muscoli e tendini sono reparati a questo sforzo, altrimenti potrebbero essere un po’ troppo sollecitati.