Topo Athletic Magnifly 3, la scarpa drop 0, recensione
Il natural running è una filosofia, questo oramai mi è piuttosto chiaro e la Topo Athletic Magnifly ne fa un manifesto.
Il Natural Running
Facciamo un breve excursus sul natural running per chi ancora non lo conosce.
Si definisce “corsa naturale” la corsa che permette al piede di mantenere la sua posizione naturale, come se appoggiasse senza scarpa sul terreno.
Questo presuppone che la calzatura ideale abbia le seguenti caratteristiche:
- suola e intersuola flessibili
- altezza minima da terra
- poco o nessun differenziale (drop) tra tacco e avampiede
- tomaia che si allarga davanti lasciando libere le dita di muoversi
Il concept è questo: il piede è il fulcro della postura umana. Per avere una postura corretta, nella vita come nella corsa, il piede deve essere libero di muoversi. La vita di oggi ci blocca in posizioni non naturali, e ci “veste” di abiti che ci irrigidiscono. Per tornare ad avere una postura corretta dobbiamo rieducare il corretto movimento del piede, che prevede un appoggio principale sul metatarso e un corretto utilizzo dei muscoli plantari, in modo da distribuire il peso del corpo.
La Topo Athletic Magnifly 3
Questa scarpa è la scarpa da training più amata di Topo. L’obiettivo è quello di dare al runner una scarpa a drop 0 abbastanza morbida per essere ammortizzante, senza però uscire dal “seminato” della scarpa minimal.
Avevo già provato il modello precedente (leggi qui la recensione della Magnifly 2) e avevo apprezzato la morbidezza di questa scarpa. Io prediligo le scarpe morbide e flessibili che fanno lavorare il piede, pur non essendo abituata al drop zero.
Guardiamola
Come nell’evoluzione della Fli Lyte 3 (leggi la recensione della Fli Lyte 3) anche qui la tomaia è una tomaia in mesh ingegnerizzato. Scompaiono le stampe in TPU esterno e trova posto una morbida “calza” a pezzo unico e diverse densità.
L’avampiede, largo sul metatarso, ha una forma anatomica, tipica di Topo Athletic.
La suola è composta da due materiali, una parte a contatto co il piede in EVA molto morbida e una suola a contatto con il terreno più densa e reattiva.
L’apparenza è quella di una scarpa natural che scende a compromessi con la comodità.
Il colletto e la linguetta sono un inno alla morbidezza.
Indossiamola
La Magnifly è comoda. Infilandola il piede percepisce morbidezza.
Il nuovo plantare Ortholite fa percepire tutto il suo comfort e le imbottiture avvolgono il piede.
Devo dire che rispetto alla recedente versione la tomaia è decisamente migliorata: nessuna rigidità in punta, permette alle dita una grande libertà.
Se la sensazione è comunque quella di una scarpa minimale, l’ammortizzazione e l’effetto di affondamento sono tali da non turbare troppo i piedi di un neofita del natural running.
L’allacciatura è buona, anche se, come in tutte le Topo, la caviglia rimane molto libera, dettaglio che prevede una buona forza muscolare nel piede e nella caviglia stessa.
Corriamoci
Ammetto di averla provata solo in un paio di situazioni, sempre in condizioni di “defaticamento”. L’idea è quella di una scarpa decisamente ammortizzante e comoda. L’EVA subito sotto il piede la rende molto confortevole, anche se non così reattiva come la Fli Lyte.
Il piede rimane molto libero, le dita possono muoversi facilmente.
L’effetto rebound è comunque molto buono, cosa che la rende una scarpa perfetta anche (o proprio per) per i ritmi lenti e per le variazioni.
L’ho anche provata in brevi tratti di strada bianca e il lavoro del piede è percettibile: la caviglia – piuttosto libera – deve lavorare in stabilità. Ottima la spinta in avampiede, migliorata dalla larghezza della suola.