Tre Principesse alla EA7 Milano Marathon – Le sensazioni dell’ultimo mese
Io, le tre Principesse, le seguo da lontano, alcune da lontanissimo, come nel caso di Gloria, che abita e corre a Napoli.
Le guardo affrontare la loro prima maratona con quella stessa magia che coinvolge tutti noi.
La Prima Maratona è un’esperienza unica.
Ora va di moda parlare di “eroi” che corrono le gare lunghe, io preferisco indagare quei sentimenti personalissimi che stanno dietro ogni runner, ogni maratoneta, ogni futuro finisher di quei quarantadue chilometri e centonovantacinque metri.
Voglio assaporare e farvi assaporare quel friccicorio che li tiene svegli prima del lunghissimo, che li fa andare a fondo dell’allenamento anche se la fatica diventa sovrumana.
Voglio farvi entrare nella testa e nel cuore della sorridente Gloria, che dice che il suo lunghissimo da 41km “se lo doveva”, come se faticare per ore, un passo dopo l’altro, fosse un regalo.
“Ultimo lungo, sono ancora incredula.
So che 41 km non si fanno, ma me lo dovevo. Lo dovevo a me stessa per tutte le volte che non sono stata «abbastanza».
Oggi ho corso con me e non contro di me, tenendomi per mani.
La consapevolezza di volere così tanto una cosa e impegnarsi al massimo oggi questo ho imparato da me.
La Maratona, un viaggio dentro se stessi, dentro al proprio cuore.” – Gloria
Ma sì, lo è, perchè Gloria si è regalata la consapevolezza di quello che riesce a fare.
Proprio la CONSAPEVOLEZZA di essere arrivate oramai al traguardo, oggi, rende queste Principesse delle donne più forti.
“Ormai le parole “Correrò una maratona” non suscitano più picchi di emozione, ma ondate di determinazione.”
scrive Maddalena. Lei che a febbraio ha avuto proprio la determinazione di terminare i 30 km della Corsa del Principe sotto vento e neve.
La Maratona è un percorso di crescita interiore e chi dice che noi maratoneti ci prendiamo troppo sul serio, beh, come potremmo non farlo?
La Maratona è un regalo che facciamo alla nostra forza di volontà e più siamo lenti e neofiti e più dobbiamo sopperire alle doti fisiche con una dose di carattere incredibile.
Costruire questa tenacia, questa determinazione è quello che ci rende migliori.
“Settimane di allenamenti, ore sull’asfalto, corsa con
ogni tempo e ogni clima mi hanno reso una persona diversa. Consapevole,
certo; determinata, pure. Ma tu, che eri partita per il viaggio della
vita anelando solo al giorno finale ti accorgi che l’importante non è la
meta, ma il viaggio stesso. Come chi parte per vedere le piramidi e si
accorge che la strada per arrivarci è altrettanto importante e
interessante, se non più bella, delle piramidi stesse.
Correrò per 42 km e 195 metri e saranno gli ultimi passi di un qualcosa
che mi ha cambiato per sempre.” – Maddalena
Maddalena racchiude in queste parole l’essenza della sua Milano Marathon: il viaggio.
Chiudo questo articolo sulle mie tre principesse, dicendovi che Carla, la grande, stupenda, meravigliosa Carla, non correrà la Milano Marathon quest’anno a causa di un infortunio e di un lutto che l’ha colta impreparata. Chiudo con le parole del saluto alla sua mamma ( vi segnalo, per chi vuole leggerlo il suo blog, cliccate qui)
“Mamma era però convinta di una cosa,
era convinta che lo sport potesse essere un’occasione per incontrare persone e intrecciare amicizie,
per sentirsi bene e per esprimersi attraverso i propri talenti.
Per provare gioia e soddisfazione. Per avere un’occasione di riscatto. Per divertirsi.
Sì, questo, negli ultimi anni, me lo ricordava spesso, mi diceva:
– ricordati che è solo un gioco” – Carla
Perchè la Maratona è un gioco bellissimo.
Arrivederci all’8 aprile a Gloria e Maddalena e tutto il nostro calore a Carla, che rivedremo presto.