Trekking nel Parco delle Foreste Casentinesi – tra sacro e trail running

Quando Soulrunning mi ha chiesto di partecipare a questi giorni alla scoperta del Parco delle Foreste Casentinesi in occasione del Mondiale di Trail Running, vi dico che ho cercato “Foreste Casentinesi” su Google Maps.

In Geografia non sono mai stata così brava, quindi per me poteva essere ovunque in Italia tra le Dolomiti e il Gargano. Confesso di essere ignorante, ma Google come sempre fuga i miei punti interrogativi geografici e mi svela una zona d’Italia che non conoscevo (e che quindi rientra tra quei luoghi che stimolano la mia voglia di viaggiare – di corsa)

Il Parco delle Foreste Casentinesi si trova tra la provincia di Forlì e la provincia di Arezzo. Un confine tra regioni che negli anni è sempre stato dibattuto. Fino al fascismo era Toscana, oggi la linea passa sul crinale e dividi le zone con un segno impercettibile.

Un lembo di verde di circa 36 mila ettari, diviso equamente tra Toscana ed Emilia Romagna nato nel 1993 e separato in 4 zone di riserva. La Zona A di riserva integrale, la B, la C e la D, con diversi valori naturalistici e protezioni conseguenti.

Trail Running e Trekking nelle Foreste Casentinesi:

Le foreste sono “nate” in epoca medioevale per volere dei monaci e dei frati che abitavano la zona. Gli altissimi abeti esercitano un eccezionale richiamo, un fascino che viene da lontano, una bellezza a metà tra Robin Hood e San Francesco.

Per visitare le foreste, il mezzo migliore è indiscutibilmente uno: i vostri piedi.

Sentieri larghi ben segnati, comodi e visibili vi condurranno, come hanno condotto me, alla scoperta di magie di luce, profumi e storia che vi incanteranno.

Ma iniziamo dalla partenza.

Il nostro trekking, di soli 22 chilometri circa (il giorno dopo ci aspetta il Trail Sacred Frest), parte dal Passo La Calla, sul crinale tra le due regioni.

La foresta si apre e ci inghiotte tra foglie dorate, abetine secolari, boschi di faggio e acero montano.

La nostra guida si chiama Stefano ed è fondamentale. E’ la prima volta che posso usufruire di una guida escursionistica e vi consiglio questa esperienza. Stefano ci illustra le specie di abeti, ci parla della storia di queste foreste, ci fa notare i dettagli che avremmo forse trascurato. Io sono troppo presa a scattare foto e pensare a come si correrebbe bene su questo sentiero, per cui la presenza di Stefano è fondamentale. (trovate tutte le sue attività qui https://www.quota900.com/)

Il sentiero si snoda tranquillo in questo sottobosco dalla luce magica, fino ad arrivare al crinale che fa da spartiacque tra Toscana ed Emilia Romagna. Ci fermiamo a respirare l’aria calda e leggera. La vista è magnifica.

Queste foreste sono opera della volontà di San Romualdo, fondatore dell’ordine dei Monaci Camaldolesi. Servivano per produrre legno, che veniva poi trasportato a Firenze per diventare parte di opere trionfali come la Cupola di Santa Maria del Fiore. E fino ad oggi sono rimaste qui.

Camminiamo, non corriamo, per circa due ore fino all’Eremo di Camaldoli. I Monaci Camaldolesi era una “spina” dei Benedettini e vivevano da eremiti.

Il luogo profuma di sacralità e muschio.

Il sentiero è bello e largo e invita alla corsa.

In questa zona passa anche l’Alta Via dei Parchi e le vie sono vie antiche e larghe perfette per correre. Il fondo è morbido e liscio, il panorama mozzafiato, le pendenze accettabili.

Stefano ci parla della storia di questi luoghi, teatro di scontri tra partigiani e soldati tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Trincee e confine.

Mi riecheggiano in testa i suoni di armi tra il cinguettio degli uccelli. Il silenzio rotto dalla battaglia, le foglie testimoni del sangue.

Mia mamma mi dice che mio nonno è stato fatto prigioniero proprio qui, a La Verna. Mi sento immediatamente legata da radici profonde a questi alberi.

Scendiamo a Badia Prataglia stanchi e soddisfatti.

Una farfalla mi si appoggia sulla gamba. Un saluto, un’anima, una voce di queste foreste magiche.


Il Parco delle Foreste Camaldolesi è l’ideale per un week end di trail running facile e adatto a tutte le stagioni.

Ideale per chi vuole allenarsi, presenta svariati chilometri di sentieri più o meno tecnici e strade boschive;

Prediletto dalle famiglie “attive”, perchè combina cultura, sacralità e bellezza del territorio.

Da visitare:

guarda la gallery:

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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