Passioni vs Talento. Trova il tuo talento, seguilo e sarai felice.
Ieri stavo rispondendo alle domande di un’intervista per Torino Donna e la giornalista (ciao Tatiana!) mi ha chiesto che consiglio darei alle donne.
Alle donne direi di imparare ad essere ciò che sono, a tutti quanti direi di seguire il proprio talento.
Qualche tempo fa lessi un articolo che parlava della differenza tra talento e passione e metteva in guardia dal confondere le due cose.
Spesso mi viene detto che sono stata coraggiosa a lasciare il mio bel posto fisso da manager per seguire la mia passione. O ancora che sono una delle poche che sono riuscite a fare della propria passione un lavoro.
Ma non è la passione quella che dobbiamo seguire.
Io ho seguito quello che ritengo essere il mio talento.
Seguire la propria passione potrebbe portarci ad essere dei falliti, perchè la passione non porta sempre ad una buona riuscita. Cantanti appassionati messi su un palco risultano poi mediocri, scrittori che bruciano di ardore perdono notti a scrivere poesie impubblicabili.
La mia passione è la corsa, ma se avessi deciso di fare l’atleta, pur amando questo sport sopra ogni altra cosa, non avrei vinto nemmeno le gare cittadine.
Il segreto sta nella capacità di individuare il proprio talento e seguirlo.
Anche perchè, essendo che il talento viene facilmente riconosciuto dagli altri, seguirlo ci esporrebbe all’ammirazione altrui e il riconoscimento della propria bravura sfocia sempre in passione.
Io, prima di prendere la decisione di cambiare vita, ho aperto questo blog perchè sentivo dentro di me di avere una predisposizione per la scrittura. Quando parlavo di corsa agli altri, in qualche modo riuscivo ad essere appassionante. Fù così che decisi di aprire un blog per scrivere delle mie corse, per stimolare i lettori a correre.
La comunicazione scritta è il mio talento.
La mia passione è la corsa, il mio talento la scrittura. Scrivere di corsa è stata la scelta migliore che abbia fatto nella mia vita.
La mia vita precedente era impegnata a fare un mestiere che adoravo, ma per il quale avevo un talento mediocre. Probabilmente non sarei mai diventata dirigente in L’Oréal, probabilmente avrei continuato a sentirmi sempre meno brava.
Mentre bazzicavo per i corridoi di una delle multinazionali più forti del mondo, a parlare di shampoo e cosmetici, stavo perdendo tempo. Avevo un ufficio, un’assistente, un’auto, una tredicesima ed una quattordicesima, ma non ero felice.
Eppure correvo quasi tutti i giorni come oggi.
Ma non mi sentivo brava.
Oggi sento che il mio talento è la mia strada.
Cercatelo, il vostro talento. Dopo molti anni, potrebbe essere così nascosto che potreste non trovarlo più, ma sappiate che ognuno di noi ne ha uno. Alle volte non ci piace trovarlo, perchè potremmo avere un talento nel vendere frutta – vi ricordate il fruttivendolo del film Il Favoloso Mondo di Amélie? Che era considerato da tutti un mezzo scemo, ma sapeva vendere e trattare frutta e verdura come se fossero gioielli?
Ecco, il nostro talento potrebbe essere nascosto tra le pieghe fitte di una vita.
Per ritornare a noi donne, origine dell’intervista dalla quale traggo queste riflessioni. Oggi c’è un diffuso volersi distaccare dal nostro essere mamme. Noi donne abbiamo scoperto l’indipendenza e la forza di stare sole. Io stessa vivo sola con coraggio, amo da sola e difficilmente riesco immaginarmi madre. Ma potremmo anche scoprire che il nostro talento è essere madri.
Ops, ho appena detto una cosa impopolare!
Potremmo scoprire che essere le regine della casa ci fa sentire divine. Che le nostre torte sono le migliori e che abbiamo una predisposizione a piroettare tra i fornelli.
Non è il mio caso, ma potrebbe essere il talento di qualcuna.
Io, oltre alla scrittura, ho un talento innato in cucina. Me lo dico da sola ogni volta che mi siedo a tavola. Un giorno forse lo farò dire a qualcuno.
Per il momento passo, felicemente, il tempo a scrivervi.
Si direi proprio di sì la comunicazione è il tuo forte. Ed è un talento incredibile soprattutto per chi come me fatica già a scrivere un semplice commento è quasi magia, ma tu sai comunicare, tutto cui che scrivi arriva comprensibile e impeccabile. Detto questo hai avuto una dose di coraggio immensa, coraggio che hanno in pochissimi.
E dove si trova quel coraggio? Il coraggio di cambiare, di stravolgere la propria vita, quel “sano” egoismo di pensare a sé.
Come scrivi tu:“imparare ad essere ciò che si è”. Forse per qualcuno è più facile, forse per altri impossibile, sicuramente di coraggio si tratta, non di leggerezza o inconsapevolezza, e tu l’hai avuto.
Domanda banale, se vuoi, difficilissima la risposta.
Potrei sottoscrivere ogni parola di questo tuo bellissimo post, che condivido totalmente. Mi sento in sintonia con ogni frase che scrivi ”ma non mi sentivo brava” e ti ringrazio per averlo fatto.
Rimane il fatto che spesso non è possibile seguire totalmente i propri talenti e le proprie passioni, accettando compromessi con il proprio io. A volte ci sono responsabilità che non si possono ignorare.
Amo la corsa, e la letteratura, e non potrei immaginare la mia vita senza queste passioni.
Alla corsa devo molto. Mi ha salvato nei momenti difficili, perché la corsa ci salva sempre.
Mi ha reso, spero, una persona migliore. Mi ha permesso di incontrare e conoscere diverse persone, tantissime. Di togliermi soddisfazioni personali ,di prendermi piccole rivincite.
A volte ho corso con il sorriso, a volte invece no. Ho usato la corsa per scappare, per non sentire, anche se oggi non è più così.
Ognuno di noi ha le proprie, personali, motivazioni. E ogni motivazione, per me, merita profondo rispetto.
Purtroppo vorrei poter dedicare più tempo alla corsa ma, con due figli ed un’attività propria, non sempre riesco ad allenarmi come vorrei, anche se credo che nessuna donna possa nascondersi dietro la scusa (perché di questo si tratta) di non avere tempo. Il tempo si trova sempre. Basta organizzarsi o dare delle priorità alle tante attività quotidiane che ognuna di noi è tenuta a gestire.
Ma questo non mi impedisce, nel mio piccolo, di pormi sempre nuovi obiettivi e provare a realizzarli. Il prossimo, senza data di scadenza ed a lunga conservazione, è la mezza in 90’. Mai smettere di crederci!
Vorrei davvero consigliare a tutte le donne, al di là della corsa, indipendentemente da quello che sono o che fanno, di non accantonare mai del tutto passioni e/o talenti, perché anche se non totalmente, come hai saputo fare tu Carlotta, possiamo sempre trovar loro un piccolo spazio nella nostra quotidianità.
E sicuramente questa attenzione…renderà la nostra vita migliore!
Allora, mi sto ponendo da molto tempo il dubbio circa il binomio “PASSIONE” e “TALENTO”, ho cercato in molti siti e letto libri a riguardo, poi sono incappato qui, a tal punto da immaginarmi possibile che la mia vocazione sia il filosofo 😛
Forsei non risponderai alla mia domanda ma magari sì.
Vorrei un aiuto in questo dilemma infatti.
Spesso noi diciamo che vogliamo seguire ciò che ci piace, intendendo che ciò che ci piace sia il nostro talento.
Ma qualcuno come scrivi qui dice che il talento non sia da confondere con la passione.
Si può però dire che esiste passione senza talento.
Ma se facessimo speculazione inversa e dicessimo “Esiste il talento senza la passione” cosa accadrebbe secondo te?
Può una persona essere brava in qualcosa e non avere passione?
Come farebbe a coltivare il proprio talento colui che non ha passione in quella competenza?
Esempio, una persona con orecchio assoluto, se suona il pianoforte è bravissima, ma poi non gli piace e lo fa meccanicamente perchè gli han detto di aver talento.
Come si fa a conciliare questo binomio?
Cosa bisogna seguire? Il talento o la passione?