Con Ultraboost 22 la corsa è sempre più donna
La corsa è sempre più donna. E non è un modo di dire, ma una realtà. Il numero di donne che partecipano a manifestazioni competitive è in crescita: oggi il sesso femminile supera quasi sempre il 20% dei partecipanti a 21km e maratone e arriva anche alla parità in gare più brevi.
Il motivo principale per cui la corsa è uno sport femminile è che è un’attività che si adatta alle esigenze di orario e di allenamento più varie.
E proprio questo è il segreto grazie al quale una donna riesce ad allenarsi con profitto: la flessibilità.
Gli impegni quotidiani sono molti per tutti, certamente, ma una donna attraversa alcune fasi della vita che potrebbero risultare particolarmente complicate se abbinate ad una attività “rigida”, con orari fissi, organizzazione bloccata, regole prefissate. Sto parlando soprattutto di maternità. Se è giusto e oramai sdoganato il concetto di parità genitoriale, bisogna essere realiste: quando i nostri figli sono piccoli il loro bisogno fisico della mamma è costante. E quindi se il bimbo è malato salta la partita di tennis, se piange proprio mentre usciamo addio all’ora di cycling prenotata in palestra. La corsa invece può e deve essere adattabile e flessibile.
Oggi che sono mamma anche io, lo comprendo ancora più nel profondo, soprattutto quando esco ad allenarmi che il primo numero dell’orologio è ancora un 5 (del mattino). Sulla mia strada, a parte qualche mercatale e gli operatori ecologici, incontro tante altre donne come me: stessa voglia di ritagliarsi un momento per se stesse, stesso sguardo stanco, ma sereno. È quindi fondamentale che l’allenamento prenda in considerazione anche queste esigenze e sia il più possibile flessibile. Uscire a correre prima dell’alba non solo è duro, ma per il corpo può essere impattante. Mi spiego meglio: correre le ripetute alle 6 del mattino non è come fare lo stesso allenamento alle 17.
Il corpo è ancora addormentato, le ore di sonno sono magari poche, il metabolismo non è ancora sveglio del tutto. Vero che dopo ci sentiremo delle leonesse, ma durante le cose si fanno difficili. Detto questo penso che per tutte noi sia tuttavia fondamentale riprendere ad allenarsi in modo serio e strutturato. Non è correndo “a sentimento” e facendosi lo sconto che ci sentiremo soddisfatte di noi stesse.
Anche questa è una caratteristica tipica della donna runner: siamo volitive, caparbie e testarde il più delle volte, quando non soffriamo proprio della sindrome della prima della classe. Imparare invece a perseguire con serietà gli obiettivi senza frustrazioni ed esagerazioni ci insegnerà metodo e ci darà soddisfazione senza essere eccessivo.
Ecco quindi i consigli per un allenamento al femminile che funziona. E che ci soddisfa.
1- per prima cosa dobbiamo impostarlo in modo che gli allenamenti siano interscambiabili e modificabili. Se quel giorno ci toccherebbero ripetute in salita, ma la notte non abbiamo dormito, meglio un progressivo, un medio, o magari le ripetute lunghe del giorno dopo, che sono meno intense, ma utilissime. Il programma deve adattarsi a noi e non viceversa, a meno che non siamo atlete professioniste, lì i giochi cambiano.
2- parliamo di obiettivi. Gli obiettivi devono essere raggiungibili, realisti, concreti, ma SFIDANTI. Inutile porsi come obiettivo qualcosa che raggiungeremo troppo facilmente perché questo non ci motiverà affatto. Dobbiamo uscire dalla nostra zona di comfort! Allo stesso modo no a sogni irrealizzabili e voli pindarici. Concrete, toste e dritte verso l’obiettivo: questo il mantra.
3- attenzione alla tecnica. Noi donne spesso pecchiamo proprio nell’efficienza della nostra corsa. Curiamo quindi la tecnica analizzando il nostro passo. Possiamo farlo con strumenti appositi o chiedendo ad una amica di filmarci mentre corriamo. È fondamentale che i piedi spingano, le ginocchia si alzino e che il busto sia ben eretto. Solo così la nostra corsa sarà efficiente e di conseguenza migliore e meno faticosa.
4- Le scarpe che usiamo devono essere progettate per noi. Il consiglio quasi scontato è di non farsi guidare solo dall’estetica, ma di fare una seria analisi del passo con un professionista e di scegliere modelli femminili. Sono molti i brand che propongono scarpe da corsa progettate sul nostro piede, anatomicamente diverso da quello maschile.
Un esempio su tutti la adidas Ultraboost 22 creata da un team tutto al femminile, è stata studiata per adattarsi al piede delle donne, partendo da dati specifici sulla sua conformazione. Attingendo a un database di anatomia online contenente 1,2 milioni di scansioni di piedi, le aree cruciali della Ultraboost sono state perfezionate e rielaborate in modo che la calzata rispecchi completamente la conformazione del piede femminile. La nuova tomaia e il sistema di torsione LEP si combinano con l’intersuola BOOST per offrire un ritorno di energia ancora migliorato rispetto al modello precedente. “La Ultraboost 22 rappresenta una tappa formidabile per adidas Running” dichiara Shaunae Miller-Uibo, atleta adidas e due volte campionessa olimpionica “così dimostra il continuo impegno del brand a fornire alle runner il prodotto migliore per aiutarle nel raggiungimento dei loro obiettivi personali.”
5- training indoor. Soprattutto per noi donne, che abbiamo una percentuale di massa muscolare inferiore rispetto agli uomini, è fondamentale curare la componente di forza muscolare per stare al riparo dagli infortuni. Una seduta di training dedicato alla forza di gambe e core è fondamentale tanto quanto la corsa stessa. Da non scordare anche l’elasticità dei muscoli quindi sì ad attività di mobilità articolare e stretching.
Questi sono soltanto 5 dei mille consigli che vorrei dare a tutte le donne che già corrono o vogliono cominciare. Uno tra tutti è quello di credere sempre in voi stesse. Non date per scontato che non avete tempo, che non fa per voi, che “tanto non sarete mai forti”. Perché semplicemente non c’è nulla di vero.
“Impossible is nothing” è il claim che contraddistingue la campagna di adidas per l’empowerment femminile.
Oltre al lancio quest’anno di una linea dedicata e studiata per le runner, tra cui le scarpe running Ultraboost 22, l’impegno del brand va oltre al prodotto. La convinzione alla base di tutto è che lo sport abbia il potere di cambiare le persone (confermo), per cui è fondamentale cercare di abbattere le barriere di genere anche in questo campo.
“Questa primavera continuiamo a utilizzare l’approccio del brand – Impossible is Nothing – per unire una comunità forte, diversificata e potente di atlete che stanno cambiando le regole del gioco – sostiene Vicky Free, Head of Global Marketing di adidas – Percepiamo il loro potere, celebriamo le possibilità che vedono, condividiamo l’ottimismo con cui colgono le opportunità. Questa è una chiamata all’azione che si rivolge a tutte le donne, affinché si possa continuare a rendere possibile l’impossibile ogni giorno. adidas può solo continuare ad essere loro alleato, impegnarsi a servirle attraverso l’innovazione dei propri prodotti, le partnership e in tutte le dimensioni dello sport”.
In Italia l’impegno del brand è concreto: dal 24 febbraio adidas accenderà le luci su un parco cittadino, realizzato con il patrocinio del comune di Milano, attraverso un nuovo impianto di illuminazione serale, con l’obiettivo di rendere fruibile lo spazio al pubblico anche di notte.
Per saperne di più, visita la pagina scarpe running donna su adidas.it
Articolo scritto in collaborazione con adidas Italia