Un tè e due paste di meliga: Un Po di corsa
Chi legge un po’ il blog sa che amo la mia città d’adozione, che apprezzo la sua signorilità, che amo i suoi parchi, che ringrazio ogni giorno per la sua collina.
Torino accoglie le mie corse come farebbe una vecchia signora offrendoti il tè in tazze di porcellana francese (se fosse proprio una vera signora torinese avrebbe la crocchia bianca e gli orecchini pendenti stile fin du siècle).
Eppure questa gara sul lungo Po non avevo proprio voglia di farla…
Stagione finita, gambe stanche, sciatica incipiente… poi il percorso è lo stesso che faccio tutti i giorni, solo fatto due volte (ancora peggio).
Avete mai sofferto di sciatica? Io non lo auguro. Un dolore che si irradia dalla schiena a tutta la gamba e ti lega l’articolazione. Punge e tira, punge e tira…
Comunque, la verità è che alle volte le corse si fanno per le persone che ti accompagnano e diciamo che non potevo proprio dire di no per almeno un paio di motivi, e uno di questi è che ho promesso di far da lepre a chi candidamente cercava un obiettivo. E io adoro le persone che hanno obiettivi chiari e provano a raggiungerli senza darsi alibi.
Iscritta ad Un Po di Corsa (ammetto nome geniale), 21 km di fatica (ma dai Charlotte, sono solo 21…).
Se fai da lepre (ovviamente non ufficiale), l’obiettivo non è dare tutto ciò che puoi, ma mantenere un ritmo costante, quindi partenza scattante e gambe allegre per tutti i 21 km.
Percorso conosciuto e amato, ritmo saltellante-sciolto, persone piacevoli e sorridenti. Sciatica che si fa sentire ma non urla. Sole invernale. Po che luccica, foglie ferme sui viali.
Obiettivo tra l’1h55 e le 2h. Risultato:1h56, forse dovrei fare la lepre di professione…
La vecchia signora oggi ha aggiunto due paste di meliga di Mondovì insieme con il tè.
In bocca al lupo per la sciatalgia Charlotte, fai degli esercizi di allungamento per la zona che spesso aiutano! Buone la paste di meliga 😉