Uno sguardo verso il traguardo: Natale 2016

Sono sempre stata una persona pragmatica e orientata all’obiettivo.

Me lo hanno detto fin dalle scuole: uno schema mentale lineare ed efficace, un killer di quesiti, per le aziende “orientata al risultato”, per i mental coach una “problem solver”, per i prof una “bestia da esame”.

Un iter semplice: Ho un problema – mi faccio un cxxo così per trovare una soluzione nel minor tempo possibile – risolvo il problema.

Le feste natalizie ci costringono ad una calma imposta, tutti con i piedi sotto al tavolo e le mandibole toniche. Sarà che bevi di più, sarà che sei in una situazione diversa, ma il pensiero si posa automaticamente sull’anno che verrà e sull’anno appena passato. A Capodanno non ne hai il tempo, a Natale sì.

Tra la morte di George Michael, TIR che schiacciano folle che sembra un video game e notizie inquietanti sulla politica nazionale ed internazionale, il mio pensiero vola a quella che, forse, avrebbe dovuto essere la mia letterina a Babbo Natale.

Penso e mi rendo conto di essere cambiata in questo anno. Parlare di “traguardo” per il prossimo anno mi dà quel senso di “ultimo orizzonte” che anche il panettone ti pare già ammuffito. Sembra che dopo non ci sia niente… Il NULLA, come ne La Storia Infinita.

Mi sento impacciata nel pensare a cosa vorrei per l’anno venturo. Rifletto anche sui miei risultati (amatoriali) di corsa di quest’anno. Il traguardo che mi ero fissata circa 365 giorni fa era di correre una dieci chilometri in meno di 40 minuti. E nessuna gara è andata come volevo. Le altre… per le altre è stato facile, è bastato non mettersi il traguardo e sono andate bene… Sono diventata insofferente al risultato.

Però.

Però, alla fine una serie di traguardi volanti te li devi pur fissare, tanto per incasellarti il pensiero. Il mio sembrava una tabella Excel, ora è un bellissimo vortice di colori.

Ho già programmato le gare del primo semestre, non tutte, alcune, ho messo i paletti sui progetti lavorativi. Ho anche pensato agli allenamenti.

L’unico traguardo che non ho messo è quello personale.

Il Natale è l’occasione per confrontarsi con la famiglia e, com’è naturale in una famiglia “classica”, la trentaquattrenne divorziata e single preoccupa. O forse stona…

La frase “non troverai mai un fidanzato” riecheggia nella mente e in qualche modo riesce a insinuarsi nell’umore, tanto da diventare parte del traguardo personale del 2017.

Per fortuna, alle volte c’è il passato che ci viene in soccorso e poi, lui, il bellissimo PRESENTE.

Mi guardo, oggi. 

Sono felice, sono indipendente, ho sfidato ogni buon senso per costruire una vita a mia immagine e somiglianza. Ho guardato alle persone che accompagno nell’avventura di iniziare a correre e mi è scappato un sorriso.

Ho pensato alle mie solitarie serate davanti ad un articolo che non esce come vorrei, alla mia sveglia all’alba, alle cene insipide che tanto amo. Ho pensato a quanto è bello svegliarsi e scegliere la tua vita ad ogni mattina.

Ho pensato all’amore infinito che provo, perchè non è del tutto vero che se non hai un fidanzato diventi una zitella sterile.

Ho pensato a quanto mi piace correre, sempre e sempre di più.

Ho pensato a quanto sto bene con me stessa e che forse questa è l’unica cosa che conta.

Sotto quale traguardo dovrei dunque passare?

 

Penso che la prossima settimana dovrei proprio concedermi una cenetta Mozzarella e Champagne.

E poi, tutti a dormire presto.

 

Buon Natale a tutti voi, runners, tapascioni, atleti e podisti.

Il mio augurio è di poter scegliere sempre non solo i traguardi, ma la via per raggiungerli.

 

 

 

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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