Uscire dalla fatica: stanchezza e dintorni

Quante volte vi ritrovate stanchi? Così stanchi che le vostre gambe sembrano vuote, completamente vuote?

Oggi ho corso, ripetute leggere senza stress, come da tabella. Peccato che per correre come una lumaca mi ci sia voluta più energia che fare una gara. 

E’ frustrante, avvilente, quasi umiliante. Eppure le mie gambe non andavano avanti, niente da fare, i muscoli non scorrevano, l’energia si fermava nelle articolazioni senza scendere nei muscoli. Niente esplosività, ma un lento trascinarsi lungo le strade lungo il Po.

Alimentazione sbagliata? Mancanza di energie fresche? Quando mi sento così mangerei un bue grasso, mi sento così in carenza di tutto che mi farei di torta alla panna in endovena (se mai digerissi la panna).

Ma non serve proprio a nulla.

Il nostro corpo ha bisogno di funzionare, è come un motore che grippa, non brucia bene. Succede.

Ma visto che succede, allora bisogna sapere che fare.

Il trucco me lo ha insegnato chi ha più esperienza di me:

Uscire dalla fatica.

Prendere la fatica e metterla a lato, in modo che la strada sia sgombra e ci permetta di correre liberi.

Ogni tanto la nostra testa ci rende la vita più difficile di quello che è, ci fissiamo sulla fatica che stiamo facendo e non andiamo più avanti. In realtà sappiamo bene che i nostri muscoli ce la farebbero, ma ci spaventiamo di fronte alla fatica e tiriamo il freno a mano.

La differenza tra un amatore (come me) e un campione non è solo il fisico, quello aiuta decisamente, ma non fa tutto. Quello che cambia molto spesso è la capacità di fare fatica. Un atleta professionista letteralmente se ne frega della fatica e va avanti. Un tapascione spesso si blocca di fronte al problema.

Oggi sono andata avanti con la forza della testa, morendo sotto il peso della fatica. Arrancando passo dopo passo malgrado le scarpe nuove e leggere, malgrado l’allenamento non così scarso.

La mia testa voleva mollare, ma non glielo ho permesso.

Sono andata più piano, non ho fatto la mia performance migliore. Ma ho finito l’allenamento e non così male.

Good Job Carlotta!

 

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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Comments
  • Francesco Di Mieri
    Rispondi

    Ciao Carlotta,
    capisco benissimo la tua sensazione, da un po di tempo amo camminare e correre. Mi è capitato spesso di imbattermi nella “pigrizia mentale” di chi deve affrontare la fatica ! E’ dura vincere quello stato d’animo, ho deciso di impormi che l’allenamento non deve diventare ne un lavoro ne una competizione con me stesso, ma al contrario, una strada per conoscermi meglio. Così ogni volta che metto le scarpette e la tutina ,in tutta umiltà ,mi chiedo come mi sento oggi? Comincio a camminare….e poi si vedrà..
    Saluti, Francesco,Salerno

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