Badwater: attraversare la valle della morte

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Esiste una gara di ultratrail in USA che ha fatto parlare di sè molte volte: la più lunga, estenuante, calda, disidratante gara di sempre, La Badwater Ultramarathon.

Il terreno di gara è peggio del Sahara, più duro delle Alpi, più secco dell’Oman.

E il nome lo dice: Death Valley, Valle della morte.

Il più esteso dei parchi nazionali americani non lascia scampo.

Una distesa di niente, che scende sotto al livello del mare, per accogliervi con dune di sabbia indurita e 50° secchi.

Parlando sempre di film e miti americani, la Death Valley è quel luogo ostile che confina con l’Area 51, la zona militare famosa per millantati esperimenti sugli alieni, quel terreno brullo dove nei film di mafia a Las Vegas seppelliscono i cadaveri per non farli trovare (o in CSI).

A cento e qualche miglia da Las Vegas il deserto vi sorprenderà per il suo caldo insostenibile (più di qualche morto all’anno a causa della disidratazione), ma anche per le sue dune policrome, dal bianco al rosso, al bruno.

Se non siete degli ironman (nel senso d’acciaio) o se non venite dall’area 51 (nel senso alieni), io VI SCONSIGLIO DI CORRERE. Almeno non ad agosto (se ci andate d’inverno le temperature sono sui 25° quindi portatevi solo tanta acqua)

Se andate d’estate, potete provare per 50 metri (come ho fatto io per le foto), e vi accorgerete che non è furbo farlo.

Godetevi invece una breve passeggiata tra le dune.

Consigliatissima la breve passeggiata che parte a SUD di Furnace Creek vi porta al Golden Canyon: 2 miglia andata e ritorno che vi faranno apprezzare lo spirito del deserto:

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Se non fa troppo caldo potete proseguire fino allo Zabriskie Point, altrimenti andateci in auto: merita.

Se invece facesse un caldo insostenibile, andate in macchina fino a Dante’s View che, essendo a quasi 1700 metri, ha una temperatura accettabile.

Se invece volete proprio cimentarvi nell’credibile, vi lascio il link per la Badwater:

http://www.badwater.com/

E’ a febbraio, ma non pensate che qui esista inverno…

Portatevi un cappello, meglio se da texano 🙂

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