Vibram® Furoshiki Oslo WP, il mio “Dopo Sport” invernale
Fare sport outdoor in inverno ha i suoi effetti positivi, ma, ammettiamolo: e’ duro.
Se poi, come me, amate gli sport di endurance, l’inverno è più crudele del solleone.
Eppure noi “matti” ci crogioliamo quando le condizioni meteo sono improbabili e ci inventiamo sempre qualcosa da fare.
Così in queste vacanze invernali non ho passato un solo giorno inattivo. Ammetto che questo, fino ad oggi, non è stato un inverno rigido, ma io sono Aostana e la Valle d’Aosta offre molte possibilità a noi “fuori di zucca”.
Quindi come rinunciare ad una corsa sulle pendici innevate del Mont Fallère? A una rapida fuga lungo la strada ghiacciata della Valnontey a Cogne? Poi è stata la volta dello scialpinismo, sù sù fino al Rifugio Teodulo, oltre i 3.300 metri.
Sono state vacanze splendide, culminate con la Corsa della Bora 57k di domenica 6 gennaio.
I muscoli stanno bene, ma scarponi, ghiaccio, freddo e cadute varie sono stancanti per le estremità.
Insomma ho stinchi e piedi graffiati, segnati, vescicati, congelati. Per non parlare delle diecimilacinquecento quasi-cadute che ho evitato.
Dopo tutto questo sport al freddo i miei piedi PRETENDONO morbidezza.
Una volta di parlava di “dopo-sci”. Io con me ho avuto i miei dopo-sport perfetti: le Furoshiki Oslo WP.
E ve le racconto.
Guardiamole.
Le Vibram® Furoshiki Oslo sono degli stivaletti, o forse degli scarponcini, o forse delle scarpe da neve, o forse sono semplicemente la cosa più comoda e cool che potete indossare dopo una giornata di sport al gelo.
Viste da fuori mi ricordano quelle scarpe che avevo da bambina, le scarpe di lana con la suola di pelle e la stella alpina sul collo del piede. Massì, andavano abbastanza di moda negli anni ’80, erano pantofole tirolesi.
L’idea che mi danno è esattamente questa: una suola robusta con una calza calda che avvolge il piede fin sopra la caviglia.
La tomaia infatti è in un materiale elastico e impermeabile all’esterno, mentre all’interno è foderata in morbida lana ecologica.
La particolarità, che caratterizza tutti i modelli Vibram® Furoshiki è la chiusura. Le Furoshiki infatti presentano un’innovazione sul mercato. Sono scarpe composte da una suola alla quale si attaccano dei lembi di tessuto che si avvolgono sul piede fermandosi con il velcro.
[da WIKIPEDIA – Il furoshiki (風呂敷?) è un tipico involucro quadrato di stoffa, tradizionalmente utilizzato in Giappone per trasportare vestiti, bentō, regali e altri beni.]Anche il modello Oslo WP è così, una tomaia che impacchetta piede e caviglie, da fermare sotto ai malleoli con il velcro.
La suola invece è decisamente “lunare”. Il materiale principale di cui è costituita è il Vibram Icetrek + una mescola con grip superiore su ghiaccio neve e terreni freddi.
In questo modello, però, troviamo anche dei nuovissimi inserti in Vibram Arctic Grip Technology una mescola strutturata per offrire il massimo grip sul ghiaccio, soprattutto sul ghiaccio bagnato, quello che si sta sciogliendo (come in questi giorni), quello più insidioso.
Sono tutte nere.
Sono trendy.
Le metto sia sui leggings, sia sotto ai pantaloni da montagna.
Indossiamole.
Le infilo in casa, senza calze, come da bambina infilavo le mie babbucce di lana tirolesi. Il feeling è molto simile: caldo, avvolgente, morbido. Some mettere i piedi in una coperta, ma con la suola.
Le mie Furoshiki Oslo sono 40.5 di numero, perchè sul sito stesso sono consigliate due numeri più grandi del normale. Dentro ci sto perfetta.
Le ho infilate scalza perchè molto spesso le scarpe molto calde hanno una effetto soffocamento. Mi spiego: per essere calde su neve e ghiaccio, sono poco traspiranti. Il risultato è che sì, tengono caldo, ma all’interno si crea umidità. Questa umidità, nel momento in cui togli la scarpa, a contatto con l’aria fredda si ghiaccia. Stessa cosa succede sul tuo piede: le calze diventano umide e appena tiri fuori il piede, i brividi sono in agguato e si sa, i piedi freddi in montagna non vanno bene.
Prima di uscire ho tenuto le Furoshiki Oslo senza calze in casa, quindi. Io sudo parecchio e questo test è indicativo.
Dopo mezz’ora i piedi sono caldi e asciutti e mi ritengo soddisfatta.
Ora passiamo all’azione.
Camminiamoci.
Le ho provate uscendo in città a far due passi.
Ci ho viaggiato in treno.
Le ho indossate sul sentiero ghiacciato a Cogne.
Me le sono portate nello zaino al Teodulo e le ho usate sia sulla neve sia in rifugio.
La prima cosa che vi dico è che è vero: non scivolano.
Non scivoli sulla neve anche se cammini in pendenza. Non scivoli sul ghiaccio, nè quello a lastra dei sentieri di montagna, nè quello bagnato uscendo dalla macchina nel piazzale della seggiovia.
Ho provato anche a lanciarmi facendomi scivolare apposta. Non scivoli.
La seconda cosa è che sono comode. Vi ricordate i Moon Boot anni ’90? Vi ricordate il passo elenfatiaco a gambe un po’ aperte tipico di quelle calzature?
Ora dimenticatelo. Sono comode in ogni occasione.
In ultimo sono veramente calde. Che non significa soffocanti, nessun piede bollito dopo. Significa che i piedi sono caldi sempre. Anche sulla neve.
Che mia nonna diceva “mani fredde e cuore caldo”, ma io aggiungo “piedi freddi, naso colante”.